Benessere animale e nuovi indirizzi di politica agricola comunitaria

L’impatto della nuova PAC sulla zootecnia

È cosa oramai nota, che a partire dall’inizio del 2023, sono ufficialmente entrati in vigore i nuovi dettami relativi alla Politica Agricola Comunitaria (altrimenti nota come PAC), validi fino alla fine del 2027.

Limitandosi alla area di interesse diretta (ovvero alla zootecnia tout-court), dalle nuove indicazioni provenienti da Bruxelles si evince:

  • una riduzione delle risorse destinate al sostegno di base, accoppiato ai titoli detenuti, ovvero della quota di contributi spettanti all’allevatore sulla base delle UBA (Unità di Bestiame Adulto) detenute in azienda;
  • la creazione di 5 eco-schemi, il cui obiettivo è incentivare la sostenibilità ambientale del settore primario, che permetteranno la distribuzione di risorse in corrispondenza del rispetto delle condizioni previste da ciascuno di essi. Per quanto riguarda il settore zootecnico, gli eco-schemi di interesse sono il primo (riduzione dell’uso di antibiotici al fine di ridurre l’antimicrobico resistenza), e – in condivisione con tutte le aziende agricole in generale – il quarto (avvicendamento dei sistemi foraggeri).

Nel dettaglio l’Eco-schema 1 mira – seguendo gli obiettivi del green deal europeo – alla riduzione dell’uso degli antibiotici nella gestione della mandria aziendale. Le motivazioni che hanno portato a tale risoluzione si possono riassumere come segue:

 “L’utilizzo di antibiotici comporta diverse conseguenze negative, tra cui la selezione di ceppi di batteri resistenti, alterazioni della flora batterica intestinale negli animali, accumulo ambientale tramite le deiezioni (con conseguente contaminazione dello stesso) e la presenza di residui negli alimenti di origine animale, con il rischio di trasferire la resistenza agli antibiotici anche all’uomo.

Cosa effettua l’Eco1 per il benessere dei bovini da latte e altri animali

All’atto pratico l’Eco1 vincola l’erogazione di una quota aggiuntiva di contributi comunitari alle aziende che rispettano il seguente schema:

  1. Viene definita come DDD (Defined Daily Dose) una misura statistica rappresentante “la dose media di mantenimento giornaliera presunta per un farmaco utilizzato per la sua indicazione principale negli adulti”.
  2. Tale parametro viene utilizzato per controllare il mantenimento dell’impiego di antimicrobici entro valori (calcolati come media aziendale) uguali o inferiori alla soglia (con tolleranza di +0,05 DDD).
  3. Gli allevamenti vengono divisi in quattro quartili definiti in base ai valori di DDD. Nella figura che segue in verde chiaro e verde scuro sono rappresentati gli allevamenti con valori inferiori o entro la mediana regionale di riferimento, mentre in arancione e in rosso sono rappresentati gli allevamenti che superano – in misura più o meno marcata – il citato valore di riferimento.
  4. Stante ciò sopra esposto, sono ammessi al pagamento dei contributi comunitari:
  1. Gli allevamenti che mantengono valori di DDD entro i limiti definito dalla mediana;
  2. Gli allevamenti che mantengono valori entro i limiti soglia del terzo quartile, e che nell’anno di riferimento hanno ridotto il DDD di almeno il 20%;
  3. Gli allevamenti che – a seguito della riduzione del DDD – passano dal quarto al terzo quartile, con una riduzione dell’indice statistico di riferimento di almeno il 10%.

Per completezza – al fine di evitare confusione – sottolineiamo come il valore di riferimento utilizzato sia la mediana regionale, dove – in statistica – si definisce mediana “il valore che occupa la posizione centrale in una serie di dati disposti in ordine crescente o decrescente”. Un dato quindi che tiene in considerazione la distribuzione dei valori indipendentemente da peso e frequenza degli stessi.

Correlazione tra benessere animale dei bovini e riduzione dell’uso di antimicrobici 

Sostenere che un animale che vive in un ambiente salubre è meno soggetto a problemi di salute, è banale come le frasi fatte del tipo “non ci sono più le mezze stagioni” o “non è tanto il caldo, ma l’umidità” e via discorrendo. Però è vero. È banalmente, ineccepibilmente e inconfutabilmente vero! Con tutti i limiti, i problemi e le sacche di inefficienza economica da affrontare, che cercheremo di analizzare e sistematizzare in questo articolo.

Nel dettaglio si cercherà di analizzare tutti gli elementi che a nostro avviso contribuiscono al miglioramento del benessere dei bovini in stalla, cercando di capire con quale intensità impattano sulla prevenzione di patologie, e quanto forte è la resistenza economica diretta e indiretta che si manifesta nella adozione di tali accorgimenti.

Preme a tale proposito specificare che la nostra azienda è assolutamente favorevole a qualunque applicazione atta a migliorare il benessere in stalla, forte della convinzione che un maggior livello di benessere sia da perseguire sia per motivi etici che per migliorare le performance reddituali delle aziende, seguendo il “sacro comandamento”  secondo il quale un bovino che sta bene è un bovino che fa star bene il proprio padrone. Concetto che pare lapalissiano, ma che è di difficile comprensione per alcune categorie, che si ostinano a vedere gli allevamenti come lager o luoghi dove vengono perpetrate le peggiori pratiche, atte a far soffrire gli animali per strappare loro ogni tipo di risorsa.

Quali sono gli elementi che influiscono sul benessere bovino?

Prendi un foglio di carta e prova a pensare per un attimo a te stesso: divertiti a disegnare quella che – nel tuo immaginario – dovrebbe essere la tua “casa” ideale, ovvero il posto dove vivere, che garantisca salubrità, protezione dai pericoli esterni, riposo, relax, benessere psicofisico, soddisfacimento dei bisogni primari.

Probabilmente alla fine di questo processo/progetto, avrai realizzato uno schizzo di una abitazione ampia, luminosa, pulita, sicuramente con una particolare attenzione alla camera da letto, alla cucina, al sistema di climatizzazione e di riscaldamento, al sistema di illuminazione, ai dispositivi di protezione da interferenze esterne. Solo in un secondo momento avrete integrato il progetto con zone relax, mini-spa, sala cinema, piscina esterna, sala giochi, reti intra/extranet e molto altro.

Ciò perché, come teorizza Maslow nella sua ormai celeberrima piramide, esiste una scala dei bisogni umani, che partono dai primari, fino a evolversi verso necessità più raffinate, che permettono di aumentare la sensazione di felicità.

Tale rappresentazione trova ovviamente applicazione per tutte le forme vivente cosiddetti senzienti, ovvero in grado di provare emozioni più o meno sofisticate. Per cui è facile capire come, anche un semplice bovino, al fine della sua soddisfazione e felicità, abbia necessità che i bisogni di base vengano appagati. La continua applicazione da parte degli allevatori nel miglioramento delle condizioni di vita degli animali, effettuata cercando spesso di interpretare stati di malessere, disagio e sofferenza altro non è che la soddisfazione dei requisiti del benessere animale.

A costo di attirare le antipatie degli estremisti animalisti e di tutti gli appartenenti a quei movimenti che accusano indiscriminatamente gli allevatori di essere degli sfruttatori, ci teniamo a sottolineare che, come si può facilmente comprendere dalla rappresentazione sopra esposta, i bisogni degli animali non sono (e non devono essere) messi in parallelo con quelli umani. Il processo di “umanizzazione” degli animali rappresenta una distorsione della realtà, che dà voce – spesso per ignoranza – a delle accuse che non hanno senso di esistere. I bovini hanno delle specifiche necessità, completamente diverse da quelle umane, e sentire o leggere frasi come: “sareste felici voi umani di vivere in stalle?” Suscitano solo commiserazione per l’ignoranza – spesso alimentata dai mass media di parte – che ci impedisce di comprendere un mondo animale governato da regole specifiche.

Fatto questo debito (e abbondante) preambolo, e dato per scontato che un animale che vive in condizioni (in senso lato) ottimali è meno soggetto ad ammalarsi, andremo in un successivo momento ad analizzare quali sono i principali punti critici nella gestione del benessere della mandria, e come muoversi per cercare di raggiungere un ipotetico optimum in tal senso.

Se questo tema è di tuo interesse contattaci per ottenere maggiori informazioni e se vuoi scoprire quali sono tutti gli elementi che influiscono sul benessere animale oltre alle eventuali “buone prassi” da seguire per garantire il massimo “comfort”, seguici con il prossimo articolo dedicato!**
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